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L’evidenza del corpo

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29.11.2025

Sono privo della Grazia della fede, ma credo al corpo. È l’unico che non mente, che parla anche quando la mente si arrende. È lì che tutto comincia. È lì che finisce. La politica, la fede, la libertà, perfino l’amore.

Per anni ho pensato che bastasse un’idea. Che la rivoluzione fosse nella testa, non nelle mani. Poi ho visto che le idee non reggono quando il corpo cede. Quando manca il respiro. Quando la fatica non è un concetto ma una spina nella schiena. Allora ho capito che l’ultima frontiera non è il cielo, ma ciò che siamo. Pelle, ossa, sangue, fragilità.

Il corpo è la nostra sola verità condivisa. È ciò che ci tiene insieme, credenti e non credenti, santi e scettici. È la lingua più antica che abbiamo. Non conosce ideologie, non distingue tra chi prega e chi bestemmia. Cade, sanguina, si rialza. È innocente e colpevole nello stesso istante. È fragile e per questo umano.

Chi ha fede lo chiama incarnazione. Io la chiamo realtà. Non cambia molto. In entrambi i casi si tratta di accettare che l’uomo non è un’idea........

© Tempi