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Il delitto di Chiara Poggi nel disegno a mano di Alberto Stasi e la ‘correzione’ della prima versione: “C’era sangue, non sono sceso”

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28.05.2025

Garlasco (Pavia) – La scala della taverna, il corpo di Chiara Poggi e i movimenti del killer. Che sia Alberto Stasi, come dice la Cassazione, o Andrea Sempio, come pensa oggi la Procura di Pavia. Per attribuire a uno dei due, da solo o in concorso, la presenza accanto al cadavere occorre tornare alle analisi della prima inchiesta per comprendere come Chiara fu uccisa e gettata lungo le scale.

Alberto racconta agli inquirenti la sua presenza nella villetta con uno schizzo tracciato di proprio pugno: la traiettoria nelle stanze fino alla rampa maledetta. Sulla veridicità del racconto lavora il professor Piero Boccardo, con un laser scan, che riproduce in 3D la casa di via Pascoli, macchie di sangue incluse.

Dopo aver scavalcato il cancello, chiamato Chiara, averla cercata, “ho guardato vicino alla porta che conduce al box – dice Stasi –. Non ho notato nulla. Sono tornato indietro. L’ho aperta e ho visto sangue per terra. Ho fatto uno o due gradini e l’ho vista riversa sulle scale con il volto verso terra. Era sdraiata con le gambe leggermente divaricate, non ho visto lesioni, solo sangue sui primi gradini. Non........

© il Resto del Carlino