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ChatGpt alla sbarra negli Stati Uniti: «Ha incoraggiato un sedicenne a togliersi la vita. Ora deve pagare»

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ChatGPT ha festeggiato il 30 novembre scorso il terzo anno di vita. Il 2022, anno di esordio del chat bot di OpenAI, sembra però già lontanissimo.

L’evoluzione corre veloce e l’impatto sociale è stato notevole. Agli esordi si disse che ChatGPT avrebbe rivoluzionato le nostre esistenze. Non è più così: ha già provveduto. «ChatGPT - ha scritto Jason Snyder su Forbes non ha cambiato il futuro con la novità. Lo ha cambiato con la prossimità. È lì, accanto a noi, risponde prima che pensiamo, restringe l’ambito della riflessione e plasma i confini delle nostre scelte». La seconda intelligenza è dunque destinata ad evolversi e ad affinarsi. Per il terzo compleanno OpenAI non ha organizzato nessuna ricorrenza festosa. Tutto il contrario.

Il suo team di legali sta approntando la difesa in merito ad un fatto che negli Stati Uniti ha destato molto clamore: il suicidio del sedicenne Adam Raine. Il giovane ha deciso di farla finita con il supporto di ChatGPT, che avrebbe aiutato Adam a pianificare la propria morte. La Big Tech di Sam Altman è stata portata davanti al tribunale di San Francisco. Gli avvocati dei genitori di Adam Raine sostengono che OpenAI avrebbe deliberatamente programmato la versione del sistema utilizzata dal sedicenne, ChatGPT 4o, capace di interpretare le emozioni, in modo da incoraggiare e sostenere i pensieri suicidi (si parla addirittura di un “bellissimo suicidio”).

La difesa di OpenAI si basa sull’analisi della cronologia del chat bot. Raine avrebbe confessato a ChatGPT di aver manifestato ideazioni suicidarie già quando aveva undici anni, quindi molto tempo prima dell’utilizzo costante dello strumento di Intelligenza artificiale. La linea difensiva fa pure leva su un presunto mancato rispetto dei termini e condizioni d’uso di ChatGPT. Nella memoria difensiva gli........

© Il Dubbio