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Hamas è ancora forte. «Non ci sono le basi per una soluzione pacifica»

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24.02.2025

La fase uno è terminata nel peggiore dei modi. Gli israeliani sono sotto choc: tutti inorriditi e molto divisi.

I palestinesi sono schiacciati: gli uomini di Hamas si sono scatenati in un’opera di assurda propaganda, umiliando gli ebrei catturati il 7 ottobre prima di consegnarli alla Croce rossa (Croce rossa che mai li ha potuti visitare e che ora viene accusata da Israele di colpevole indifferenza, di falsa e ipocrita neutralità). Hamas ha distribuito volantini in cui ha invitato i gazawi ad assistere allo show di Khan Younis durante il quale ha promesso di continuare la guerra «inseguendo i nemici ovunque» e minacciando gli ebrei e chiunque li sostenga.

Difficile dire quanti palestinesi siano disposti a seguire l’appello di morte dei fondamentalisti: Hamas controlla ogni voce. E, nonostante i bombardamenti, la sua presenza è ancora forte sul terreno, radicata tra le macerie. Questa è una realtà: le bombe hanno azzerato la sua leadership, causato decine di migliaia di morti civili, anche tra i bambini, ma questo non ha risolto nulla: la leadership di Hamas si è ricostruita e la sua voce è ancora la più forte. È stata nutrita e non cancellata dalle bombe israeliane: è l’odio a prevalere su ogni ragione, anche la più elementare, che dovrebbe spingere verso una trattativa. Niente da fare: la propaganda si nutre del sacrificio dei “martiri”.

I due stati e la riviera

Pochissimi ormai credono nella solidarietà dei “fratelli arabi”, che si sono riuniti per cercare una soluzione alternativa alla “deportazione” da Gaza dei palestinesi proposta dal presidente statunitense Donald Trump. Addirittura gli estremisti sionisti al governo con Benjamin Netanyahu vorrebbero fare qualcosa di analogo in Cisgiordania. Così, tramonta di fatto il progetto di “due Stati per due popoli”: Trump delinea uno Stato per un popolo e un territorio “controllato” per l’altro. Trump sogna una “riviera” per il Medio Oriente forse senza sapere che la “riviera”(che sia Rimini o Miami) è per i fondamentalisti il simbolo di tutta la decadenza del mondo occidentale.

Hamas si appella alla Lega araba, mentre a Riad si è riunito il summit del consiglio per la cooperazione nel Golfo convocato dal principe saudita Mohammed Bin Salman per chiedere aiuto e sostegno ai “fratelli egiziani” che hanno delineato un piano in varie fasi, che dovrebbe durare cinque anni. Qui è il punto: Hamas vuole far ancora parte di questo piano, ma per Israele tutto ciò è inaccettabile. Hamas delenda est,........

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