menu_open Columnists
We use cookies to provide some features and experiences in QOSHE

More information  .  Close

Buono scuola. Sarebbe l’ora!

6 3
26.11.2025

Egregio direttore, ho letto sulla stampa alcune reazioni delle forze politiche contrarie all’introduzione del “Buono Scuola” a livello nazionale. Davvero strano! Oppure, strano per niente. Se non per una presa di posizione contraria al buon senso e alla realtà delle cose per come esattamente stanno. Da un punto di vista normativo sarebbe sufficiente leggere con attenzione tutti gli atti parlamentari e le prese di posizione della Costituente nonché gli atti relativi all’approvazione della Legge nr. 62 del 2000. La famosa legge che ha sancito il sistema scolastico costituito dalle scuole pubbliche e paritarie. Certo, questo richiederebbe un lavoro faticoso, di competenza, di approfondimento, cose che purtroppo, nella moderna società non sono di tutti e quindi si interviene a sproposito senza rendersi conto di che cosa si sta discutendo.

Faccio solo un piccolo esempio relativo ad una scuola dell’infanzia (scuola materna); tema di cui mi sono occupato per parecchi anni e tuttora sono impegnato in questo campo. Tutta la letteratura in proposito consiglia (la scuola dell’infanzia non è obbligatoria) alle famiglie di inserire i propri bambini in questo primo percorso scolastico. Le ragioni possono essere recuperate nella immensa letteratura e non mi dilungo. Bene, ipotizziamo una piccola realtà comunale (in Italia ce ne sono tantissime) dove, per esempio, esiste solo la scuola materna gestita da una associazione o dalla parrocchia. E proviamo immaginare una famiglia d’oggi con gli stipendi che circolano e il costo della vita. Spero che almeno su questo si abbia contezza! Mi chiedo: ma è normale che una famiglia tipo, appunto, per poter inserire il proprio figlio o la propria figlia alla scuola materna, debba sostenere costi ingiustificati? Evito di fare esempi dettagliati per non tediare i lettori ma proseguiamo. Consideriamo, sempre, per restare al nostro esempio, l’ipotesi che la scuola debba essere gestita dall’Ente Comunale. Anche in questo caso, facendo due conti di massima (in difetto), la realizzazione dell’edificio, la messa in opera e la sua gestione per una........

© Tempi