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La qualità della vita dipende anche da quanto siamo liberi

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Cos’è la qualità della vita? Benessere diffuso, lavoro qualificato e ben retribuito, casa accogliente, servizi efficaci per la salute, la scuola, la cultura e lo sport. E poi una condizione che stimoli l’intraprendenza e l’innovazione, un ambiente civile e rassicurante, la possibilità di progettare per sé e per i propri figli un futuro migliore. Una vita piacevole, in libertà e degna di essere vissuta, insomma. A pensarci bene, un po’ quello che generalmente offre l’Italia, nonostante ombre e contrasti. Anche se, proprio a questo nostro Paese, amiamo attribuire la definizione che Benedetto Croce dava di Napoli, sulla scorta dei viaggiatori europei del Grand Tour: “Un paradiso abitato da diavoli”.

Ma la qualità della vita, in una stagione di drammatiche crisi dei rapporti geopolitici, di fratture negli scambi commerciali internazionali e di clamorosi sconvolgimenti produttivi e sociali provocati dalle tecnologie digitali, non si può leggere solo nel microcosmo della comunità locale, nell’Italia “strapaese”, nella dimensione del “particolare”. Si lega ai grandi temi della libertà, della inclusione sociale e del rafforzamento della democrazia insidiata da demoni autoritari. E dunque al rilancio dell’Europa, territorio che nel corso della seconda metà del Novecento ha elaborato, sperimentato, fatto crescere il modello di un’originale sintesi tra democrazia liberale, economia di mercato e welfare, tra libertà, innovazione e solidarietà. 

Qualità della vita, appunto. Per cui vale dunque la pena provare a ragionare non solo su “ciò che non siamo, ciò che non vogliamo”, ma anche sui progetti politici e sociali che vale la pena pensare e realizzare. In nome di una migliore condizione umana e civile.

Riguardiamo l’Italia, allora, mettendo da canto stereotipi, pregiudizi e luoghi comuni. Ci aiutano dati e analisi di indagini recenti, a cominciare dalla classifica annuale de “IlSole24Ore” appunto sulla qualità della vita (1 dicembre), dal Rapporto Censis sullo stato sociale del Paese (5 dicembre) e dai dati dell’Istat sull’economia, l’occupazione e i salari. 

Guardiamo meglio, allora. Cominciando con le “mappe del benessere” de “IlSole24Ore” (la prima edizione del censimento risale al 1990). In testa, ci sono Trento, Bolzano e Udine, “il trionfo dell’arco alpino”, titola il quotidiano economico. Poi, Bologna, Bergamo, Treviso, Verona. Milano è ottava (recuperando quattro posizioni sull’anno precedente, anche se scende al penultimo posto per “la sicurezza”), seguita da Padova e Parma e via via continuando, per tutte le 107 province italiane.

Un dato da segnalare: Siena, in classifica generale al 21° posto, risulta invece prima per qualità della vita delle donne: una condizione particolare, su cui è utile che le forze politiche, economiche e sociali facciano un’attenta riflessione, dato che proprio il divario di genere, che si riduce troppo lentamente, è un punto quanto mai negativo della condizione italiana.

In coda all’elenco anche quest’anno c’é Reggio Calabria, preceduta da Siracusa, Crotone e Napoli. Il Sud, come sempre, va male: per trovare la città meridionale meglio collocata in classifica, bisogna arrivare al 39° posto con Cagliari, mentre Bari è al 67° e Palermo al 97°. Roma, la capitale, al 46° (13 posizioni guadagnate sullo scorso anno). 

Gli indicatori usati sono 90. E tengono conto di ricchezza e consumi, affari e lavoro, demografia, società e salute, ambiente e servizi, giustizia e sicurezza, cultura e tempo libero, con approfondimenti per genere, età, condizione sociale, etc. Quest’anno le analisi indicano un paese sempre spaccato, sì, ma lentamente in movimento, anche se restano diseguaglianze forti, invecchiamento, gelata demografica, emigrazione dei giovani, bassi salari, disagi. E nelle aree metropolitane, le più dinamiche e attrattive, crescono i problemi sociali, a cominciare da quello della casa.

Nell’opinione europea diffusa, l’Italia è, tutto sommato, un paese in cui si vive bene, grazie anche a un welfare diffuso (soprattutto per la previdenza e a un sistema sanitario nazionale che, grazie anche al rapporto pubblico-privato, funziona meglio che altrove.

Eppure, il malumore diffuso è ampio, “l’inverno del nostro scontento”, per dirla con il famoso inizio del “Riccardo III” di Shakespeare, trova sempre maggiori sostenitori, il disagio sociale si manifesta con punte di particolare acutezza, soprattutto nel corpo ampio e malcerto di un “ceto medio” che avverte una forte perdita del potere d’acquisto e dunque il peggioramento delle condizioni di vita. “Salari in picchiata: -8.8% rispetto al 2021”, scrive La Stampa (6 dicembre) sulla scorta dei dati dell’Istat: crescono un po’, quest’anno, anche grazie ai contratti di lavoro che si rinnovano, ma non tanto da colmare un gap che ci distanzia dal resto dell’Europa produttiva.

Di questi disagi fanno fede i giudizi dell’annuale Rapporto Censis, il 59°, che fotografa un’Italia sfiduciata, “selvaggia”, che ha difficoltà ad arrivare alla fine del mese, mal sopporta la politica attuale, si astiene in misura crescente alle elezioni (alle ultime regionali sono andati alle urne meno di metà degli elettori) e - dato quanto mai inquietante - nel 30% dei casi dichiara di avere fiducia negli “autocrati”, da Putin a Orban, Erdogan, XI JinPing e a Trump. La democrazia, insomma, sta male. La percezione di una cattiva qualità della vita e la perdita di speranze ne mina le fondamenta.

Il leader internazionale preferito è Papa Leone XIV, con il 66,7% dei consensi.

Nel tempo libero, gli italiani fanno moltissimo sesso (il 62,5% dichiara rapporti molto frequenti, anche “virtuali”). Spendono parecchi soldi negli smartphone ma non nei libri. Si lamentano dei bassi redditi. E invecchiano male.     

Che succede, insomma? “La politica non sa più ascoltare, guarda solo ai sondaggi. E trascura il ceto medio. Eppure sono proprio queste persone ad avere resistito a paure e declino, a muoversi e potere salvare l’Italia”, commenta Giuseppe De Rita, presidente del Censis, da sempre osservatore critico acutissimo delle evoluzioni e delle involuzioni della nostra........

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