La strada giusta per risolvere la questione israelo-palestinese
Il successo umanitario del piano di pace in 20 punti di Donald Trump consiste nella liberazione degli ostaggi israeliani ancora nelle mani di Hamas e nel cessate il fuoco che arresta il massacro di palestinesi nella Striscia di Gaza per mano delle forze armate di Israele, il suo successo politico consisterà nella realizzazione della seconda parte del piano: il dispiegamento di una forza internazionale di interposizione, la creazione di un governo tecnico e apolitico della Striscia coordinato da un’autorità internazionale, il completo disarmo di Hamas e delle altre fazioni palestinesi, l’affidamento dell’ordine pubblico a una polizia palestinese formata e addestrata dai militari della forza internazionale di interposizione, il completo ritiro dell’esercito israeliano dal territorio.
Il punto 15 del piano
Gli ostacoli alla realizzazione della seconda parte del piano sono enormi, e sono creati principalmente da quei settori del militantismo palestinese e del mondo politico israeliano che accettano l’implementazione della prima parte solo perché non hanno a disposizione alternative praticabili (in caso di rifiuto Hamas rischia l’annichilimento, Israele rischia l’isolamento internazionale), ma sono estranei e contrari allo spirito dell’iniziativa e contano di riprendere la lotta all’ultimo sangue non appena possibile, secondo la funesta logica del “o noi o loro”.
Per esorcizzare questo pericolo occorre realizzare quanto prima il punto 15 del piano:
«Gli Stati Uniti collaboreranno con partner arabi e internazionali per sviluppare una temporanea Forza di stabilizzazione internazionale (Fsi) da dispiegare immediatamente a Gaza. La Fsi addestrerà e fornirà supporto a forze di polizia palestinesi opportunamente selezionate a Gaza, e si consulterà con Giordania ed Egitto, che vantano una vasta esperienza in questo campo. Questa forza rappresenterà la soluzione di sicurezza interna a lungo termine».
La strada........
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