La liberaldemocrazia è un morto che cammina
Dopo la riunione dello Sco a Pechino sono tutti spaventati come topini, tranne alcuni che sono eccitati come adolescenti nell’imminenza di una rissa. E adesso che Xi Jinping, Putin e il nordcoreano si sono fatti fotografare insieme, con l’aria di chi ha in mente un grosso tiro birbone ai danni del decrepito Occidente, chi salverà la nostre belle liberaldemocrazie? Che ne sarà dell’ordine internazionale liberale, che ci conveniva tanto?
Le scuole di pensiero sulla risposta da dare a queste domande sono due. Quella dei maschi che pregustano lo scontro invita al riarmo e all’ostentazione della forza: altro che decrepiti, gliela stiamo facendo vedere in Ucraina, dove i russi avanzano al ritmo delle lumache in una palude rossa del loro stesso sangue, senza che noialtri ci si sia dovuti mettere nemmeno un cerotto, e gliela faremo vedere a Pechino se oserà cercare di prendersi Taiwan. Ma bisogna rivedere al rialzo i bilanci militari. E poi c’è la scuola dei topolini che dal 1989 nutrono una fede incrollabile: credono incrollabilmente che tutti i popoli del mondo anelino alla liberal-democrazia, la quale sopravviverà alle aggressioni populiste (di destra e di sinistra) e sovraniste in Occidente e ritroverà il suo fascino agli occhi del resto del mondo se saprà liberarsi dell’individualismo, questa forma di egoismo che sfigura le libertà. Lo si è sentito dire recentemente, per esempio, da parte di note personalità al Meeting di Rimini.
Hardware e software
Puntare sul rafforzamento dell’hardware (militare), come vorrebbero gli attaccabrighe con gli ormoni in subbuglio, o puntare sul perfezionamento del software (ideale o ideologico, poi vediamo), come auspicano i pensosi topini, inquadrati da alcuni grossi ratti? Beh, non c’è bisogno di una laurea in filosofia per ricordare ai ratti che coordinano i topolini che la liberaldemocrazia meno l’individualismo è come l’amatriciana senza guanciale e senza pecorino; è come pretendere la versione vegana dell’abbacchio.
Il liberalismo è tutto centrato sui diritti dell’individuo, definiti e tutelati a prescindere dalla sua appartenenza a un corpo intermedio: famiglia, clan, comunità locale, confessione religiosa, popolo, nazione. Spesso anzi i diritti sono stati riconosciuti e promossi contro le appartenenze sociali: ho diritto di sposarmi con chi voglio anche contro la volontà della mia famiglia e del mio clan, ho diritto a praticare l’obiezione di coscienza anche se la nazione mi vorrebbe in armi alla frontiera dove il nemico aspetta, ho diritto di cambiare religione o di non avere nessuna religione anche se la mia Chiesa o il mio islam di origine mugugnano o addirittura vorrebbero lapidarmi.
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