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Gli Stati nazione esistono, gli Stati Uniti d’Europa no

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27.03.2025

Europeisti illusi e progressisti indignati non hanno più lacrime. Hanno pianto per le ingenerose parole della presidente del Consiglio sul Manifesto di Ventotene e hanno pianto per il riarmo unilaterale della Germania. E mentre le prime sono state le lacrime di credenti sbigottiti per la profanazione di una venerata reliquia la cui autenticità veniva irrispettosamente messa in dubbio, le seconde sono lacrime di paura e di incredulità di fronte a una realtà troppo diversa dall’utopia per tanti anni così magnificata da far perdere il contatto con le fattualità storiche e con la loro implacabile persistenza.

Gli stati nazione, per quanto malandati, esistono, gli Stati Uniti d’Europa no, esistono solo nelle liturgie della Rai e nelle Messe laiche di Michele Serra e di Fabio Fazio, nei discorsi di fine anno dei capi dello Stato e nelle allocuzioni dei presidenti della Cei. Quando arriva una crisi sistemica degli equilibri internazionali come quella che è sotto ai nostri occhi – la nuova dottrina strategica dell’amministrazione Trump – a prendere l’iniziativa sono le entità reali dotate di potere decisionale e titolari di gravi responsabilità nei riguardi dei loro cittadini, non quelle le cui facoltà sono limitate da trattati intergovernativi e che non devono rispondere del loro operato a un popolo. E siccome la Germania dal punto di vista fiscale ha molto spazio di manovra, come pure la Polonia, mentre l’Italia non ne ha per niente e la Francia ne ha poco e sempre meno, le prime due riarmano senza aspettare gli squattrinati compagni di strada, e al diavolo la difesa europea.

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