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Cosa vuole davvero ottenere Trump con la “riviera Gaza”

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11.02.2025

Nelle ultime ore la tregua tra Israele e Hamas ha cominciato a vacillare. Hamas ha annunciato il rinvio a tempo indeterminato del prossimo scambio fra ostaggi e prigionieri. Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha subito accusato i terroristi islamici di essere venuti meno agli accordi.

La verità è che, volendo ragionando in termini strettamente politici (i termini morali della questione ogni persona in buona coscienza è in grado di riconoscerli), l’evacuazione di massa dei palestinesi da Gaza e l’occupazione della Striscia da parte di una forza statunitense-israeliana sarebbe l’operazione più dannosa che si possa concepire per gli interessi americani in Medio Oriente e anche per quelli israeliani rettamente intesi.

Stante l’indisponibilità della maggioranza dei residenti ad essere trasferita permanentemente in altri paesi arabi e della totalità di questi ultimi ad accogliere palestinesi deportati contro la loro volontà, l’unico modo di realizzare il piano evocato da Donald Trump sarebbe quello di sospingere fuori dal suo territorio l’attuale popolazione della Striscia (composta, va ricordato, per i tre quarti da discendenti di profughi della guerra arabo-israeliana del 1948-49) al culmine di una nuova ondata di bombardamenti e combattimenti una volta scaduta l’attuale tregua fra Israele e Hamas.

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