A letto senza cena per colpa del clima? No
«È come se tutti i cittadini del mondo dovessero rinunciare alla colazione», ha titolato il britannico Telegraph. Infatti, «la diminuzione della produzione delle principali colture significherà meno cibo disponibile per nutrire il mondo». Analoghi toni allarmistici ha utilizzato la Cnn: «I bambini che nascono oggi potrebbero vivere in un mondo nel quale gli Stati Uniti possono produrre solo la metà delle loro colture alimentari chiave». E, in Italia, sul sito Rinnovabili.it si può leggere che «le rese dei raccolti sono in calo a livello globale e l’adattamento non basta a contenere le perdite».
Gli articoli citati e molti altri di taglio identico danno conto così di un articolo scientifico pubblicato a fine giugno sulla rivista Nature che si propone di stimare l’impatto del cambiamento climatico sulla produzione agricola nel mondo.
Record storico di produzione di cereali nel mondo
Come spesso accade, gli organi di informazione hanno fornito una rappresentazione non corretta dei contenuti dello studio; a parziale scusante sembra che i primi a drammatizzarne i risultati siano stati gli stessi autori.
Prima di entrare nel merito della vicenda, diamo uno sguardo al passato. Il timore che non sia possibile produrre cibo a sufficienza per tutti non è una novità. Quando il problema del cambiamento climatico non era ancora all’ordine del giorno, sotto accusa era la rapida crescita della popolazione. La “bomba demografica”, paventata a fine anni Sessanta dello scorso secolo dal biologo statunitense........
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