menu_open Columnists
We use cookies to provide some features and experiences in QOSHE

More information  .  Close

Perché votare sì al referendum sulla giustizia

7 0
thursday

Nella lettera dell’11 marzo 1993 alla Fraternità di Comunione e Liberazione don Luigi Giussani formulò un giudizio molto duro su Tangentopoli: «Di fronte al dissesto totale del nostro paese non possiamo non essere provocati ad un giudizio: un’azione che per punire colpevoli distrugge un popolo, come coscienza unitaria e come raggiunto benessere, ha almeno nella sua modalità di attuazione qualcosa di ingiusto». Per tentare un giudizio comune su un tema che porterà alla decisione da assumere con il referendum costituzionale sulla riforma Nordio (separazione delle carriere), mi permetto di svolgere ancora una volta una breve riflessione. Credo che sia ormai un dato storico che la rottura dell’equilibrio tra i poteri dello stato derivi dagli effetti prodotti nel 1992 dall’inchiesta chiamata Tangentopoli ed in particolare alla modifica dell’articolo 68 della Costituzione ed alla tutela data alla politica rispetto alla magistratura. Ma ancor di più, da tale momento è derivato un continuo discredito nei confronti del sistema, voluto dalla Costituzione, della mediazione data dai partiti. Basti pensare alla progressiva demonizzazione di detto strumento di partecipazione, al diffondere l’idea che la politica è una cosa sporca e quindi ad allontanare la gente dalla partecipazione anche solo con il voto (perché allora lamentarsi del progressivo astensionismo). Pur condividendo le preoccupazioni espresse da Guido........

© Tempi