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Non bastano scuole e ruspe. Milano ha bisogno di missionari

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14.08.2025

«L’inclusione non è un progetto, è una trama di relazioni quotidiane» ci disse a luglio don Paolo Steffano, il sacerdote responsabile della Comunità pastorale del Gratosoglio, il quartiere di Milano dove lunedì mattina s’è consumata la tragedia che campeggia sulle prime pagine di tutti i quotidiani nazionali. Quattro bambini rom (italiani, ma d’origine bosniaca) hanno rubato un’automobile con la quale hanno investito un’anziana, Cecilia De Astis, uccidendola. Alla guida c’era un ragazzino di tredici anni; con lui, sulla vettura, altri tre minori di dodici e undici anni.

Quell’intervista l’avevamo titolata “Milano vista da un’altra prospettiva” perché sentivamo l’esigenza – mentre del capoluogo lombardo si parlava dell’inchiesta sull’urbanistica, delle chat tra costruttori e politici, delle dimissioni del sindaco Beppe Sala – di trovare un punto di vista diverso per raccontare i problemi della “città da slegare”. Sì, certo: il problema abitativo. Sì, certo: il circo mediatico-giudiziario. Sì, certo: le responsabilità........

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