La pace non è uno slogan, ma una vita
La voce della Chiesa sul conflitto a Gaza è la più lucida e realista. Lo è perché non dimentica nessuno degli elementi e dei protagonisti in gioco. Denuncia, come ha fatto all’Angelus papa Leone XIV, il pericolo dell’antisemitismo, ricorda sempre la tragedia degli ostaggi ebrei ancora nelle grinfie di Hamas, non nasconde né minimizza quanto accaduto il 7 ottobre 2023, ma nemmeno finge di non vedere cosa sia accaduto nella Striscia, dove la furia sproporzionata di Israele ha travolto le vite di tanti civili. Quindi, instancabilmente, chiede “pace”, senza la presunzione di entrare nei dettagli specifici degli accordi, ma anche – con molto pragmatismo – appoggiando gli sforzi di questi ultimi giorni.
«In queste ultime ore, nella drammatica situazione del Medio Oriente, si stanno compiendo alcuni significativi passi in avanti nelle trattative di pace, che auspico possano al più presto raggiungere i risultati sperati. Chiedo a tutti i responsabili di impegnarsi su questa strada, di cessare il fuoco, e di liberare gli ostaggi. Mentre esorto a restare uniti nella preghiera, affinché gli sforzi in corso possano mettere fine alla guerra e condurci verso una pace giusta e duratura» (Leone XIV, © Tempi





















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