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Morire facile e senza tutele a New York

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11.06.2025

Lunedì il Senato dello Stato di New York ha approvato il Medical Aid in Dying Act (Maid), un disegno di legge che legalizza il suicidio assistito per chi è «malato terminale» e con una speranza di vita inferiore ai sei mesi. Approvato il 29 aprile dall’Assemblea dello Stato (81 voti a favore e 67 contrari) il disegno di legge permetterebbe solo a pazienti «mentalmente competenti» con una «prognosi di sei mesi di vita» di richiedere un farmaco letale. Il condizionale è d’obbligo: il Maid à la New York non prevede alcun periodo di attesa, nessuna consulenza psichiatrica obbligatoria, e nessuna revisione indipendente dopo la morte.

Un «disastro annunciato», lo ha definito il cardinale Timothy Dolan evidenziando l’incoerenza tra gli sforzi per prevenire il suicidio nello stato e la proposta di legalizzare una forma di morte assistita che trasformerebbe i medici in «assassini». E non solo. Tutti i paradossi dell’adagio caro agli attivisti (“legalizzare la morte assistita non toglie nulla a chi vuole vivere”) emergono nell’inchiesta di Madeleine Kearns pubblicata alla vigilia del voto su The Free Press.

Ventiquattr’ore per morire. Nessun tempo per ripensarci

Non solo non c’è alcun obbligo di follow-up dopo la somministrazione del farmaco letale, ma la legge proposta a New York ignora anche ciò che altrove è considerato un minimo sindacale di prudenza: il tempo di attesa. In Oregon, primo stato americano a introdurre il Maid, il paziente deve attendere almeno quindici giorni tra richiesta e prescrizione del veleno, salvo deroga nei casi terminali estremi. In altri stati, lo schema è simile: il tempo di riflessione serve a disinnescare l’impulso del momento, a “garantire” che il desiderio di morire non sia figlio della disperazione.

A New York no. Richard Doerflinger, bioeticista dello stato di Washington che da quarant’anni studia le normative sul suicidio assistito, ha definito il disegno di legge newyorkese “il peggiore del suo genere”. «È la prima volta che vedo un testo senza alcun periodo di attesa», ha detto a Tfp. Un paziente potrebbe svegliarsi una mattina, dire “voglio solo morire”, firmare, ottenere la ricetta e ingerire il farmaco in meno di ventiquattro ore.

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