Bertolaso apre la strada al suicidio assistito in Lombardia, «non serve una legge»
Per la prima volta in Lombardia una paziente ha avuto accesso al suicidio medicalmente assistito con un farmaco letale fornito dal Servizio sanitario nazionale. Come è possibile dal momento in cui il Ssn non ha competenza riguardo all’identificazione e la prescrizione del farmaco?
«Abbiamo dimostrato che anche senza una decisione di giunta e una legge regionale, il rispetto del dettame costituzionale può essere eseguito. Ne ho parlato anche con la magistratura ordinaria di Milano che ha pienamente approvato il percorso adottato», è stata la spiegazione dell’assessore al Welfare Guido Bertolaso.
Il caso di “Serena”, primo suicidio assistito in Lombardia
A nome di chi parla Bertolaso, quando la stessa direzione Welfare all’esame delle Commissioni Affari istituzionali e Sanità della Lombardia dello scorso 23 settembre sul fine vita ha dichiarato di non avere le competenze per spingersi oltre in mancanza di un quadro normativo? E dopo che il Consiglio regionale aveva votato la non competenza della Regione sull’argomento sulla base di solide testimonianze di giuristi e costituzionalisti? «Certe situazioni che ho trovato di fronte nella mia vita mi hanno portare a prendere decisioni che in alcuni casi non sono quelle che la politica si aspetta», ha ribadito l’assessore.
Il caso è quello drammatico di “Serena” (nome di fantasia), 50enne malata di sclerosi multipla da oltre 30 anni, che assistita dall’associazione Luca Coscioni ha avuto accesso all’iter previsto dalla sentenza 242 della Consulta fino alla fornitura (e all’autosomministrazione) del farmaco. La ricostruzione del Corriere, è precisa: i responsabili di Ats e Asst visitano la donna a domicilio, inviano la documentazione a un comitato etico, viene confermata la presenza........
© Tempi
