La festa dei derelitti
Chi di voi andasse a farsi un giro in California, dalle parti di Monterey, s’imbatterebbe in Cannery Row: una waterfront road, come tante – anche più suggestive – se ne trovano in quel paese benedetto, diventata però una rinomata meta turistica. Infatti, proprio qui, a inizio XX secolo, una bizzarra trinità come solo il Nuovo Mondo sa mettere insieme diede vita alla prolifica industria delle sardine in scatola: Frank Booth, imprenditore; l’inscatolatore norvegese Knut Hovden; e il pescatore siciliano Pietro Ferrante. Chi va in America a cercare località d’interesse storico, si sa, un po’ si deve accontentare, scordarsi il Colosseo e le basiliche paleocristiane, e stare al gioco: e allora ben venga l’industria delle sardine…
Ma forse è proprio per l’assenza sostanziale della Storia che gli scrittori degli Stati Uniti hanno potuto dedicarsi con più scioltezza e immediatezza alle storie (con la minuscola): quelle della gente qualsiasi, alle prese con la piccola epica quotidiana, con la picaresca lotta per un sorso di whisky come novelli personaggi di Plauto e Terenzio, e con tutta la grettezza e il bisogno di redenzione che sintetizzano la lotta al fondo del cuore dell’uomo di ogni tempo.
“Vicolo Cannery”, un inno alla positività della vita
E proprio in Cannery Row, che all’epoca si chiamava (prosaicamente) Ocean View Avenue, John Steinbeck ambienta un romanzo (Vicolo Cannery, titolo originale Cannery Row, 1945) poco noto al grande pubblico in........
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