Un’anima per l’Europa
Il più grande e importante evento europeo, sosteneva il sociologo Jean Baechler, è in realtà un evento che non si è mai verificato, un “non-evento” in effetti: la non imperializzazione dell’Europa. Ciò significa, in buona sostanza, il fatto che il continente europeo, nonostante vari tentativi, non è stato unificato, ma consta di una pluralità di unità politico-culturali irriducibili. Se vogliamo, proprio questa è la sua forza, oltre che la sua unicità. Per Baechler, tale frammentazione politico-culturale ha reso possibile la nascita e lo sviluppo del capitalismo. Si potrebbe anche dire, in fondo, che a rendere unica l’Europa è stato un certo humus culturale che ha avuto ivi la propria terra d’elezione. A partire dalla centralità della persona, della sua incommensurabile dignità che si vorrebbe spesso calpestare in nome di questa o quella priorità.
Una dignità, a ben vedere, che ha diverse fonti. Tra esse, non si possono dimenticare le sue origini classiche, greche e romane. La dignità del pensiero, della ragione, della coltivazione della virtù e della tutela del diritto, quali caratteristiche costitutive di ciò che è europeo. Ma anche, evidentemente, il retaggio cristiano, che distrugge le catene puramente arbitrarie e terrene che legavano l’uomo alla volontà altrui. Con il cristianesimo viene desacralizzato il potere e non divinizzato nulla che sia di questo mondo. In tal modo, si apre........
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