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La giustizia e il rispetto dovuto (anche dalle toghe) alla sovranità popolare

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08.04.2025

Pubblichiamo l’intervento pronunciato ieri, lunedì 7 aprile 2025, dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano all’Auditorium Antonianum di Roma in occasione della inaugurazione dell’anno giudiziario del Consiglio nazionale forense. I titoletti nel testo sono stati aggiunti dalla redazione.

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Il ministro della Giustizia affronterà le tematiche che attengono in modo specifico alla professione dell’avvocato, e più in generale a quelle del rapporto fra l’avvocato e gli uffici giudiziari. Eviterò pertanto di sovrappormi alle considerazioni che egli svolgerà, e mi limiterò, rispetto ai vostri lavori, a una premessa di carattere più propriamente politico. Vorrei farlo coi piedi ben saldi in un territorio sempre più attraversato da tensioni fra poteri dello Stato: nonostante negli ordinamenti occidentali l’equilibrio fra i poteri sia delineato in modo chiaro dalle Costituzioni, esso oggi appare sempre più precario.

Sono tensioni che presentano caratteristiche e connotazioni diverse rispetto a quelle in un certo senso “classiche”, cui eravamo abituati ad assistere nell’ambito del principio della separazione dei poteri.

La diversità rispetto al passato dipende anzitutto dal ruolo centrale assunto dal diritto sovranazionale e dal meccanismo con cui esso viene a operare negli ordinamenti statali, che si basa sulla prevalenza del ruolo delle corti.

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Che le tensioni si colleghino a elementi esterni rispetto allo Stato spiega perché queste tensioni si prestino a incidere sulle fondamenta stesse degli Stati democratici di diritto: che – come recita il primo articolo della nostra Costituzione – si poggiano sul principio della sovranità popolare, che a sua volta si esprime mediante la rappresentanza diretta nei parlamenti nazionali.

Quello che è in gioco è diventato proprio il modo di intendere, di rispettare e di applicare la sovranità popolare, e in particolare quella sua forma di espressione che avviene tramite le decisioni dei parlamenti.

Sono tre le tipologie di aggiramento della volontà popolare attraverso la strada giudiziaria: la creazione delle norme per via giurisprudenziale; la sostituzione delle scelte del giudice a quelle del governo; la selezione per sentenza di chi deve governare.

La giurisprudenza “creativa”

Il tema della giurisprudenza “creativa” non è nuovo. La novità oggi è il suo carattere non più eccezionale, bensì diffuso fra tutte le giurisdizioni, con riferimenti alle fonti internazionali ed europee, dando una lettura “estensiva” – per non dire arbitraria – delle norme costituzionali, attingendo al cosiddetto multilivello, una sorta di shopping fra le disposizioni di altri ordinamenti nazionali: il tutto per costruire discipline che il Parlamento non ha mai approvato o perché non le condivide, o perché non ritiene di trattarle.

Parallela alla creazione della norma per........

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