Pasolini e l'irrefrenabile (e incomprenso) vincolo di libertà
Il 2 novembre 1975 moriva all'idroscalo di Ostia — luogo che nel 2009 viveva ancora tra "incuria, vandalismo e recupero ambientale" — Pier Paolo Pasolini, il carsico Pasolini, l'anagrammatico Pasolini, il polifonico Pasolini, il batraciano Pasolini, il garrulo Pasolini. Secondo una tesi da qualcuno accreditata, il suicida Pasolini. Egli stesso, infatti, aveva scritto: "Per esprimermi compiutamente io devo morire. La mia morte dunque, come segno linguistico, come montaggio del film della mia vita". Non ultimo: il solitario, l'agnostico, il penitente Pasolini. Nessuna celebrazione di un anniversario di morte — il cinquantesimo per la precisione — avrebbe potuto essere più ridondante e tardiva, con quella naturale esplosione di "si sa" e "si dice", di elucubrazioni visionarie e rigorose analisi filologiche, di agiografie a buon mercato e ricercate scomposizioni dell'uomo, dello scrittore, del........





















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