Aree interne e borghi: la “rivincita” del Natale
“Nonostante la scomparsa di più di qualche antico negozio e un numero sempre più crescente di supermercati, all’alba, nel mio quartiere, mi giunge ancora - e sempre più gradita - una nenia di Natale”. Agl’inizi degli anni Settanta così Michele Prisco descriveva la vigilia di questa festa nel segno della forza invulnerabile di particolari valori e sentimenti, a fronte acambiamenti in atto.
Veniali rispetto agli odierni sconvolgimenti. È vero che nessuna città, come Napoli permette il gioco letterario - una delle sue specificità più apprezzate - di misurarsi su tanti e diversi registri, in cui convivono il paesaggio urbano degradato e l’antico luogo dell’incanto.
Ma quanta nostalgia trasmette la delicata percezione di Prisco messa a confronto dell’avvento dell’overturismo a Napoli, dove ogni fine settimana è contemporaneamente Natale, Capodanno, Epifania, Sant’Antuono, Carnevale, Pasqua, Pasquetta, Ferragosto, Piedigrotta, celebrazione degli scudetti passati e futuri.
Festa, Farina e anche “Show” per i commenti aggiuntivi del sindaco del “no” ai panni stesi e dei “sì” ai........





















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