Il modello di sviluppo non è materia da tribunale
La morale. Il moralismo. Il catonismo. La pedagogia. La sociologia. L’etica. La bella società. La bella politica. La bella edilizia.
L’aspetto di gran lunga più inquietante dell’inchiesta che sta mettendo sottosopra la giunta milanese e tutto il progetto di sviluppo urbanistico ed edilizio che è connaturato con la capitale del nord dai tempi del sindaco Albertini fino a oggi non è quello strettamente giudiziario. Quello va per la sua strada e farà tutti i passi che dovrà fare, con la strisciante sensazione che gran parte delle contestazioni a politici e imprenditori finirà in niente o quasi niente, ne abbiamo così viste di iniziative di questa matrice partite come un fiume in piena e finite per denutrimento in un torrentello in secca. Ma, insomma, aspettiamo.
E non è neppure interessante l’avvilente bagarre politica scatenatasi attorno all’avviso di garanzia al sindaco di Milano, tutto già visto mille volte, in tutta Italia e in tutti i partiti. Tutti garantisti quando ci sono di mezzo i tuoi e tutti forcaioli quando ci sono di mezzo gli altri. E non c’è verso, sono trent’anni che scatta il riflesso pavloviano della demagogia stracciona, nella quale tra l’altro cascano sempre meno cittadini mentre invece i partiti non riescono proprio a farne a meno anche perché di altri argomenti, più seri, non ne hanno e quindi non gli resta che quello: ululare alla luna quando un giudice ti fa comodo e gridare al complotto quando ti fa uno sgarro. E non parliamo dei media, tutti attaccati a questo o a quel carro, che ormai è tempo........
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