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La lezione del coraggio

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10.11.2025

Prima di cominciare una lezione online, Tetyana chiude la finestra. Parla in ucraino, ma sottovoce, con cautela. Suo marito e suo figlio fanno la guardia alla porta, pronti a dare l’allarme se qualcuno dovesse bussare. È così che si vive sotto occupazione: in silenzio, con la paura costante che qualcuno possa ascoltare una parola di troppo. Un giorno, quella paura si concretizza davvero. Soldati russi irrompono nella sua casa, la perquisiscono, minacciano il marito, interrogano il figlio. Da quel momento, la paura diventa parte della loro quotidianità, una presenza fissa come l’aria che respirano. Tetyana, originaria della regione di Zaporizhia, ha vissuto due anni sotto occupazione prima di riuscire a fuggire. Oggi insegna di nuovo danza in un territorio libero, dove la lingua ucraina non è un rischio ma una gioia. “Posso finalmente tirare un sospiro di sollievo”, racconta, ricordando i giorni in cui per continuare a lavorare doveva nascondere i costumi tradizionali in sacchi, le bandiere dell’Ucraina nel frigorifero, i premi dentro scatole di caramelle. Per evitare sospetti, accettò un impiego in un negozio, mentre continuava di nascosto a insegnare ai bambini a ballare online. Le lezioni duravano al massimo quaranta minuti, abbastanza per non dare nell’occhio. Sceglieva la musica con cura, preferendo brani senza parole o in lingue straniere, e raccomandava ai suoi studenti di non parlare con nessuno delle lezioni.

Era un lavoro clandestino,........

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