La guerra dei ragazzini: piombo minorile
Che cosa sta accadendo all’adolescenza del XXI secolo? Dove si collocano le radici di una violenza spesso mortale, somministrata in tutta indifferenza e per futili motivi ai propri coetanei maschi e alle loro piccole compagne, spesso apostrofate con un gergo da turpiloquio davvero impressionante? Perché, in sintesi, soprattutto nelle aree urbane densamente popolate, che siano nella Ztl o nelle periferie degradate, si assiste a un fenomeno inarrestabile di delinquenza minorile, in particolare per bande, che nessuno sa bene come arrestare e trattare? E che dire dei minori reclusi che, per molti versi, risultano ingestibili a tutti gli effetti? L’attuale esplosione di delinquenza minorile mette in estrema difficoltà sia il giudiziario che la polizia di prevenzione, che non sanno bene come affrontare il fenomeno, anche a causa delle tutele giuridiche rispetto alle quali il minore è di fatto impunibile, e quasi sempre ritenuto incapace di avere piena cognizione della gravità dei reati da lui commessi. Eppure, bisognerà pur dare una risposta a quei casi concreti che vedono la presenza contestuale di un minore e di un diciottenne, in cui molto spesso il primo ha uno o due anni al massimo meno del secondo, i quali avendo commesso lo stesso comune reato e colti in fragrante hanno diritto a un trattamento giudiziario fortemente diversificato. Perché, poi, tutti sanno benissimo come in certe realtà urbane degradate, dominate dai valori del crimine organizzato e dai traffici di droga, giovani di 15, 16 o 17 anni siano già a quell’età dei veri e propri piccoli boss, ancora più spietati degli adulti, e........
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