L’Espresso? Ora è solo un caffè
La premessa, oltre che d’obbligo, risulta altresì contaminata da una certa ridondanza, ma tant’è: qui non si vuole giudicare la sofferenza altrui, tanto più che lo scrivente è fedele alla riflessione tolstoiana per cui ogni infelicità è un’isola a sé, distinta e distante dalle altre che costituiscono l’arcipelago del dolore. Qui si vuole porre l’accento su un certo modo di fare giornalismo, una professione che molte, troppe volte non segue dei principi dettati dalla preparazione culturale, nonché dal buon senso, bensì da un’ideologia spicciola, fortemente radicata all’emotività del presente ma miope, oltreché poco rispettosa, dei destini altrui. Di chi non c’è più e di coloro che continueranno a portare sulle proprie spalle il fardello di un vuoto incolmabile.
In virtù di quanto scritto poc’anzi colpiscono le numerose polemiche scaturite dalla........
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