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Iran: la taglia sui dissidenti

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04.08.2025

La guerra tra Israele ed Iran durata 12 giorni (13-24 giugno 2025) e bloccata da Donald Trump, sta producendo effetti che confermano quanto uno Stato tramortito, ma non annichilito, possa accentuare azioni dettate più dall’affanno politico che dalle strategie. Così il barcollante regime iraniano, ma che ancora ha dalla parte sua i guardiani della Rivoluzione, i pasdaran, che permettono il controllo del Paese con opprimente ferocia, sta intensificando la repressione interna, e sta continuando ad agire in operazioni estere vocate all’eliminazione di personaggi ritenuti nemici del regime.

Quindi, la Repubblica islamica viene accusata in questi ultimi giorni da una quindicina di Paesi occidentali con in testa gli Stati Uniti, di avere avviato una nuova “politica” di assassini e rapimenti nelle proprie nazioni. Questione già nota da tempo, ma che ora si è intensificata. Tale affermazione è stata spiegata, giovedì 31 luglio, in una dichiarazione congiunta dei Paesi accusatori i quali incriminano i servizi segreti iraniani di manovre atte a rapire ed eliminare, ma anche opprimere con minacce, persone presenti in Nord America ed Europa. Tra i firmatari di tale dichiarazione oltre gli Stati Uniti, si annoverano Regno Unito, Austria, Canada, Francia, Paesi Bassi, Belgio, Danimarca, Finlandia, Repubblica Ceca, Germania, Svezia, Spagna, Albania. Nonostante non risulti siano stati rivelati dettagli su queste azioni........

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