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Sergio e l’anello per Sharon: «Dovevamo sposarci, gliel’ho lasciato nella bara»

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I RICORDI. Nel processo emergono i ricordi della famiglia di Sharon Verzeni, uccisa a Terno d’Isola mentre faceva una passeggiata. «Senza di lei la vita non è più la stessa».

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Eccola dunque Sharon, «la ragazza romantica, che non vedeva mai il male», la figlia «che affrontava le difficoltà col sorriso», la donna che stava organizzando il matrimonio e «desiderava tanto avere bambini». In un processo che aveva finora vissuto di perizie psichiatriche, versioni difensive che si attorcigliano su se stesse, filmati di videosorveglianze, coltelli e abiti prima spariti e poi ritrovati, la vittima rispunta nelle parole sofferte e tenerissime dei genitori, dei fratelli e del fidanzato, le cinque parti civili che il 10 novembre hanno deposto a processo. È a suo modo un risarcimento morale a una giovane che l’assassino ha trattato come un bersaglio qualsiasi, lo sfogo alle sue ugge quotidiane, e l’opinione pubblica guardato spesso soltanto come la vittima indifesa al cospetto dell’orco.

E ha sguardi in lotta con le lacrime chi la rivede raccontando. Mamma Maria Teresa Previtali confessa di riascoltare spesso l’ultimo messaggio vocale e i video sul telefonino «per sentire la sua voce»

E ha sguardi in lotta con le lacrime........

© L'Eco di Bergamo