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Parla l'avvocato Cesare Placanica, già presidente Camera penale di Roma: «La separazione delle carriere rafforza la terzietà del giudice e tutela i diritti dei cittadini. Il correntismo è una piaga da recidere, anche con il sorteggio»

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27.12.2025

Cesare Placanica, già presidente della Camera penale di Roma. Perché ha scelto di far parte del Comitato Sì riforma presieduto da Nicolò Zanon?

Mi viene da dire, perché no? È la battaglia che, spesso in corsa solitaria, l’unica associazione di cui in vita mia ho mai fatto parte, Ucpi, portava avanti con convinzione già nel lontano 1993, data della mia adesione. Farla ancora, a fianco di illustri giuristi che stimo e apprezzo da tempo, è un privilegio.

Se è vero che è formato da giuristi, è nato comunque nelle stanze di Fratelli d’Italia. E anche Zanon non ha negato che ci sia un “innegabile orientamento politico”. Tutto ok per lei?

Onestamente non so in quali stanze sia nato. Però se c’è un tema in cui l’appartenenza alla destra o alla sinistra è totalmente irrilevante è quello della separazione. Sono basito di questa irrazionale e folle divisione per estrazione politica. E consolato dal fatto che la quasi totalità degli avvocati di sinistra, non a caso sostenitori del Sì, siano anche loro a dir poco irritati di questa assurda strumentalizzazione che li iscrive, di ufficio, alla parte politica che avversano. Peraltro, se dovessi necessariamente dare un’etichetta a questa riforma, la dovrei certamente considerare in qualche modo “di sinistra”, in quanto espressione di una lungo percorso sociale e culturale che impedisce eccessi di autoritarismo a chi detiene un grande potere. Il vero protagonista è il giudice, che con maggiore autonomia ed indipendenza potrà........

© Il Dubbio