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L’ex capo delle toghe chiede di rimuovere una pagina dal sito dell’Associazione, che ribatte: «Prima pubblica libri sulla sua vicenda e poi invoca il diritto all’oblio?»

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20.12.2025

Il nome di Luca Palamara torna prepotentemente all’attenzione dell’Anm. Lui chiede di essere dimenticato digitalmente, la maggior parte dei suoi ex colleghi gli replicano: «Ma se stai sempre in tv e a scrivere libri, che vuoi da noi?». Vediamo nel dettaglio. Terzo punto all’ordine del giorno del Comitato direttivo centrale, cioè del “parlamentino” Anm di sabato: “Valutazione su richiesta diritto all’oblio”.

L’ex presidente del “sindacato” ha fatto pervenire una istanza di cancellazione/deindicizzazione di una pagina del sito dell’Anm in cui è riportato l’intervento di Stefano Giovagnoni ad una assemblea generale del 2020, durante il quale viene illustrata la ragione – la famosa riunione notturna dell’Hotel Champagne per decidere il nuovo procuratore di Roma insieme a Cosimo Ferri, Luca Lotti e cinque componenti del Csm – che ha portato l’Anm a deliberare nei confronti di Palamara l’espulsione.

Qualora non venisse accolta la domanda di “rimozione” del documento dal sito Anm, Palamara si rivolgerebbe al Garante della privacy, che potrebbe comminare addirittura una sanzione da 20 milioni al sindacato delle toghe, a cui andrebbe aggiunto un eventuale risarcimento in sede civile. La questione ha acceso il dibattito di sabato scorso, a partire dal fatto che il legale dell’Anm sarebbe favorevole all’accoglimento della richiesta.

Secondo Chiara Valori (AreaDg) quell’intervento però deve restare «accessibile anche nell’interesse dell’associazione stessa, che è parte........

© Il Dubbio