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Il referendum della verità: lasciare il potere ai pm o ridarlo al Parlamento?

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15.09.2025

Nel 2011, certo, in Italia si è votato per l’acqua come bene comune. Un referendum abrogativo, il solo che abbia raggiunto il quorum negli ultimi trent’anni. Ma il voto sulla separazione delle carriere sarà un’altra cosa. Sarà uno scontro di civiltà, a suo modo. Un conflitto fra diverse visioni della democrazia. Una conta finale sulle istituzioni della Repubblica assai più di quanto non lo sia stato il referendum Renzi di nove anni fa.

È un aspetto da non sottovalutare. Soprattutto perché il pronunciamento degli elettori sulla legge Nordio sarà il momento della verità dopo 33 anni di equivoci sul primato fra poteri. Dal 1993, da Mani pulite, la sovranità sarà anche rimasta formalmente attribuita al popolo, ma è difficile dissentire da chi, come il professor Tullio Padovani ironizza e definisce l’Italia una Repubblica fondata sull’esercizio dell’azione penale in cui, a ben guardare, la sovranità appartiene ai pubblici ministeri.

È un’iperbole, che racconta molte cose. Sublima lo sbilanciamento fra politica e magistratura derivato dalla fine della Prima Repubblica.

E di qui a pochi mesi, dopo 33 anni, di fatto gli italiani saranno chiamati a dire se per loro va ancora........

© Il Dubbio