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Come gestire le flessioni di mercato

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24.04.2025

Temere le perdite è assolutamente umano. Lo psicologo premio Nobel Daniel Kahneman ha trattato la tematica nella sua teoria dell’avversione al rischio, dimostrando che la frustrazione correlata a una perdita di denaro è maggiore rispetto alla soddisfazione per i guadagni ottenuti. Dunque, l’istinto naturale dell’investitore è quello di abbandonare il mercato laddove esso inizi a crollare, così come l’avidità ci stimola a reinvestire quando i titoli evidenziano netti rialzi. Entrambi gli atteggiamenti possono avere conseguenze negative. Ancora non sappiamo cosa ci riserverà il resto dell’anno. L’investimento intelligente consente di controllare le emozioni, ponendo l’attenzione su ricerche pertinenti, dati solidi e strategie consolidate.

Di seguito sono illustrati sette principi che possono aiutare a combattere l’urgenza di prendere decisioni dettate dall’emotività nei momenti di turbolenza nei mercati.

Le flessioni del mercato sono parte dell’investimento

Nel lungo periodo i titoli tendono a muoversi stabilmente al rialzo, ma la storia ci insegna che le flessioni del mercato azionario sono una parte inevitabile dell’investimento. La buona notizia è che le correzioni (definite come un calo del 10% o oltre), le fasi ribassiste (una flessione prolungata di almeno il 20%) e altri periodi difficili non durano per sempre.

Ciò che conta è il tempo, non il market timing

Nessuno può prevedere in maniera precisa le oscillazioni del mercato nel breve periodo, e gli investitori che rimangono a guardare rischiano di non beneficiare dei significativi apprezzamenti che seguono le crisi di mercato. Dal 1929 alla fine del 2024, ogni flessione pari o superiore al 15% dell’Indice S&P 500 è stata seguita da una ripresa e i rendimenti medi nel........

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