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Le Magnifiche Sette di fronte a un punto di svolta

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07.05.2025

Gli ultimi anni si sono rivelati sempre più difficili per i gestori attivi, in particolare a causa della crescente concentrazione nella fascia alta del mercato azionario statunitense associata all’ascesa del gruppo delle “Magnifiche Sette” (Mag 7). Costruire un portafoglio è molto più difficile quando oltre il 30% del budget di rischio di un gestore è assorbito da poche azioni.

L’elevata concentrazione ha modificato il contesto
Tra il 2000 e il 2018, non possedere i cinque titoli che hanno contribuito maggiormente all’indice Russell 1000 è costato in media da 150 a 200 punti base di performance relativa all’anno. Questa sottoperformance non è insignificante, ma è comunque possibile recuperarla in altre parti del portafoglio. Tra il 2019 e il 2024, non possedere i cinque titoli più importanti dell’indice è costato più di 500 punti base all’anno. In quattro di questi anni, il costo è stato superiore a 700 punti base. Un deficit di questo tipo è molto più difficile da recuperare. I dati relativi ai rendimenti su 12 mesi consecutivi nel 2023 e nel 2024 mostrano che solo il 30% dell’universo azionario del Russell 1000 ha sovraperformato il benchmark. Pertanto, anche per un gestore attivo esperto, la probabilità di selezionare un titolo che sottoperforma rispetto al benchmark è molto più elevata, semplicemente a causa dell’estrema concentrazione. Inutile dire che si è trattato di un contesto di investimento radicalmente diverso.

Considerare le Mag 7 come un tema
Un’altra variabile con cui fare i conti è la maggiore propensione a misurare la performance rispetto al benchmark. Se guardiamo indietro di 20 anni, la performance degli investimenti era di solito valutata rispetto a un gruppo di pari. Oggi, invece, sempre più spesso si compete con strategie passive e........

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