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«Quella di mio zio Pier Giorgio Frassati è la santità di un vero laico»

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06.09.2025

«Gli amici lo chiamavano “il senatore”, tanto era forte il suo ascendente su di loro. Pier Giorgio ha unito una fede formidabile all’impegno sociale e politico, era libero in tutto ciò che faceva, limpido come le montagne che amava. È stato una rivoluzione di santità». Così Wanda Gawronska, classe 1929, nipote di Pier Giorgio Frassati. Figlia del diplomatico polacco Jan Gawronski e di Luciana Frassati, scrittrice che al fratello Pier Giorgio dedicò la prima preziosa biografia, Wanda Gawronska parla a Tempi con la sua abituale schiettezza, ma col cuore di una novantaseienne sempre più innamorata della santità dello zio. «Di lui conservo gelosamente la piccozza da alpinista e a lui ogni giorno chiedo aiuto. Era un giovane pieno di virtù, affascinante, totalizzante, più conosciuto all’estero che in Italia, ma che di certo sarà un faro per tutti coloro che vorranno camminare sulle sue splendide orme».

Partiamo dalla fine. Si è molto parlato dei funerali, partecipatissimi, del ventiquattrenne Pier Giorgio Frassati: un momento che stupì tutti, a partire dai genitori. Esattamente, cosa successe quel giorno?

Accadde quello che potremmo definire un “cortocircuito”, di quelli che commuovono: i ricchi si chiedevano che cosa ci facessero lì tutti quei poveri, mentre i poveri si chiedevano il perché della presenza dei ricchi. Pier Giorgio, che con la povertà aveva a che fare giornalmente tanto da morire per una poliomielite contratta proprio frequentando le case umide e malfamate dei bisognosi di Torino, quel giorno aveva unito due mondi lontanissimi. L’intero quartiere Crocetta, compresi i tram, fu bloccato da una moltitudine assolutamente eterogenea, ma che sentiva l’urgenza di manifestare tutta la sua gratitudine a quel giovane. Il giorno del funerale è come se si fosse “svelato” il senso profondo dell’esistenza terrena di Pier Giorgio.

Wanda Gawronska, figlia del diplomatico polacco Jan Gawronski e di Luciana Frassati, scrittrice, sorella di Pier Giorgio e sua prima biografa (foto da YouTube)

Sulla biografia di suo zio insistono ancora alcune imprecisioni, una di queste è la presunta ostilità al cristianesimo dei suoi genitori. A supporto della tesi ci sarebbe l’opposizione della madre, la pittrice Adelaide Ametis, all’Eucarestia quotidiana di suo figlio. Potrebbe aiutare a fare un po’ di chiarezza sul punto?

Direi che è assolutamente doveroso. Quanto a mia nonna serve fare un passo indietro. Tutto parte dal fatto che al Liceo classico Massimo D’Azeglio Pier Giorgio fu bocciato. Per non fargli perdere l’anno, la madre lo mandò in una scuola tenuta dai padri gesuiti, dove era possibile recuperare l’anno scolastico e dove un sacerdote propose allo zio la comunione quotidiana. In quel tempo, voglio ricordarlo, la Chiesa........

© Tempi