La crociata laicista contro la prof che espone il crocefisso in aula
L’incontro di mediazione è fallito, e ora la questione finirà in tribunale: in America l’esposizione di un crocefisso di legno lungo 30 centimetri sulla parete laterale della classe di una scuola pubblica fra gli oggetti personali di un’insegnante è incostituzionale, oppure costituisce un esercizio della libertà religiosa? Trasgredisce il Primo emendamento della Costituzione, che stabilisce la laicità dello Stato, oppure è protetta da quello stesso Primo emendamento in quanto rientra nella libera espressione della propria fede religiosa, costituzionalmente garantita?
Dopo che il summit di fine luglio che ha riunito per tre ore l’insegnante, i suoi avvocati, il preside, gli avvocati del distretto scolastico di New Britain e un magistrato si è concluso senza un accordo fra le parti, la cosa sarà decisa in tribunale.
In “cella d’isolamento”
Tutto è cominciato nel dicembre scorso, quando la vice preside della scuola elementare e media DiLoreto ha informato Marisol Arroyo-Castro, 62enne insegnante con 33 anni di carriera alle spalle, che alla direzione erano giunti dei reclami contro il crocefisso che da anni lei aveva appeso in classe nella porzione di parete vicina alla cattedra, dove normalmente gli insegnanti espongono materiale di lavoro e oggetti personali insieme, e che era necessario rimuoverlo in quanto il Primo emendamento della Costituzione proibirebbe l’esposizione permanente di simboli religiosi nelle scuole pubbliche.
L’insegnante si era rifiutata, spiegando che il crocefisso era in quel posto da un decennio e nessuno si era mai lamentato, a parte qualche insegnante che le aveva tenuto discorsi simili a quello che le aveva appena fatto la vice preside. Pochi giorni dopo una delegazione formata da preside, vice preside, capo del personale e........
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