La crisi del modello Milano, la città espulsiva
Sono totalmente d’accordo con Francesco Cancellato: al di là delle inchieste giudiziarie e dell’esito che daranno, il problema di Milano è che non è più una città, e che le case non sono più case. L’una e le altre sono diventate rendite finanziarie nelle mani di fondi immobiliari internazionali. A Milano non si costruiscono case per i figli dei milanesi che diventano adulti o per residenti in affitto che vogliono passare alla casa di proprietà. Costoro devono trasferirsi ben fuori dal comune se vogliono poter sostenere il mutuo con cui diventeranno proprietari del loro focolare, e organizzare il proprio pendolarismo in modo da poterlo modificare continuamente in base al gioco dell’oca dei crescenti divieti e limitazioni della mobilità che l’amministrazione comunale di Milano si inventa anno dopo anno.
In città non si costruisce per loro, si costruisce per gente molto ricca che verrà da fuori e si fermerà soltanto qualche anno in città; si costruisce per alimentare il mercato degli affitti a brevissimo termine (fenomeno Airbnb, che non ha come protagonisti solo privati ma anche grandi società immobiliari) che contribuisce a spopolare la città; o semplicemente si costruisce per fare impennare il valore delle quote del proprio fondo immobiliare grazie all’impennata del prezzo degli immobili al metro quadrato.
Come ha scritto Cancellato su fanpage.it,
«basta un Bosco Verticale, una Balena, un Diamantino, Tre Torri ed ecco che il luogo diventa iconico, i prezzi al metro quadro si impennano, l’investimento genera valore e il valore remunera gli azionisti. Anche se le case rimangono vuote, per assurdo. Il sillogismo è semplice: se è questo il motore che guida lo sviluppo di una città, le case smettono di essere case – costruzioni erette per abitarvi – e diventano strumenti finanziari. E le città smettono di essere città, ma diventano pezzi di terra che devono generare valore per qualcuno che quella città non la abita».
La frenesia immobiliare, il ricambio della popolazione
Nel decennio che è seguito all’Expo nel mercato immobiliare milanese sono stati investiti 30 miliardi di euro e si è costruito per 17 milioni di metri cubi, cioè più della somma di........
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