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Meloni-Trump. Una prova di equilibrio nell’Occidente che cambia

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L’incontro tra Giorgia Meloni e Donald Trump alla Casa Bianca ha rappresentato una tappa significativa nel quadro dei rapporti transatlantici, e un passaggio che rafforza la posizione della premier sul piano politico interno. Al di là dei toni e della retorica di circostanza, ciò che è avvenuto a Washington dice molto del momento che stiamo attraversando e di come l’Italia prova a posizionarsi in un contesto internazionale sempre più complesso.

Meloni ha mantenuto una postura istituzionale. Ha riaffermato il sostegno all’Ucraina, rivendicando con chiarezza che «l’invasore è stato Putin», pur sapendo che il presidente americano non condivide questa visione. Ha difeso la competenza dell’Unione Europea in tema di dazi, ribadendo che nessuna intesa bilaterale può prescindere dal quadro comunitario. Ha proposto un vertice Italia-Usa-Ue da tenersi a Roma. E ha confermato l’impegno italiano a portare la spesa per la difesa al 2 per cento del Pil. A questo si aggiungono i dieci miliardi di investimenti italiani annunciati negli Stati Uniti.

Trump ha restituito alla premier italiana parole di stima, ma non ha modificato le sue posizioni. Ha rilanciato la soglia del 5 per cento per la spesa Nato. Ha glissato ogni riferimento a Ursula von der Leyen o al ruolo delle istituzioni europee. Ha ribadito il........

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