Leone XIV. Il Papa che sfida le logiche del mondo
Qualche vecchio milanese ci ha già scherzato. “Il Prevost diventa Papa” perché Prevost, da noi, è anche il preposto, cioè il parroco della chiesa prepositurale, la più importante delle città prive di una vera cattedrale. La battuta è riuscita, ma contiene un fondo di verità. Perché Robert Francis Prevost, oggi Papa Leone XIV, si è presentato come un pastore. E come un pastore ha parlato, attento alla dimensione umana, sensibile alle inquietudini profonde del gregge che gli è stato affidato.
La sua prima parola non è stata casuale, ma carica di significato. Pace. Un bisogno che alberga nel cuore di ogni uomo e che non si spegne nemmeno davanti alla tragica evidenza. Ogni giorno migliaia di persone muoiono nei conflitti tra Russia e Ucraina, nei bombardamenti di Gaza, negli oltre cinquanta focolai di guerra che infiammano il mondo. Eppure, la domanda di pace non viene mai meno perché ci abita. È scritta in noi.
Ma la pace, quella vera, non è una tregua. Non è un armistizio. È qualcosa di più, è ciò che solo Cristo risorto può dare. È la certezza che la morte non ha l’ultima parola. Senza questa speranza, che senso avrebbe una pace........
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