La bellezza di essere prete
Arrivo tardi questa settimana col mio articolo e mi scuso con i miei cinque lettori. Il motivo è dovuto anche al fatto che ho passato sabato e domenica tra la celebrazione solenne in Duomo a Milano per l’ordinazione dei nuovi sacerdoti ambrosiani, la Messa e la festa per il trentesimo di sacerdozio del mio amico decano e parroco del luogo dove vivo e la prima Messa del giovane amico prete ordinato il giorno precedente.
Tre celebrazioni, tanto lunghe quanto belle, che sono state per me altrettante occasioni di riflessione sul significato di essere preti oggi.
Che cosa può spingere nel 2025 un giovane brillante laureato, con una carriera sicura davanti a sé, a scegliere di andare in Seminario e diventare sacerdote? Può davvero Gesù Cristo essere così attrattivo per un giovane occidentale del XXI secolo, di buona famiglia, con davanti a sé un futuro luminoso e di successo nel mondo, al punto da lasciare tutto e dedicare la vita intera a Cristo e alla Chiesa?
Un visionario o un sognatore?
Mentre vedevo questo mio giovane amico sdraiato per terra ai piedi dell’altare del Duomo, come prevede il rito dell’Ordinazione, o celebrare la sua prima Messa, non potevo non........
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