Il figlio che non nasce e la speranza che muore
Dietro il crollo demografico dell’Italia non ci sono solo politiche sbagliate o crisi economiche. C’è una crisi più profonda, che riguarda la fiducia nel futuro e il desiderio di vivere.
Questa settimana i dati diffusi dall’Istat sulla demografia italiana hanno confermato ciò che ormai è una lenta agonia. Nel 2024 le nascite in Italia sono scese sotto le 370.000 e, secondo le proiezioni, entro la fine dell’anno potrebbero non raggiungere le 350.000. Negli anni Sessanta i nati superavano il milione. Quindici anni fa erano ancora duecentomila in più di oggi (570.000). La curva non è solo un numero: è una ferita culturale.
All’interno di questo inverno demografico resistono poche eccezioni — la Valle d’Aosta, Trento e Bolzano — quasi a dire che in quota si vive un rapporto diverso con il futuro. Ma il problema non si risolve con incentivi o con qualche battuta sul freddo. Dietro a questi numeri c’è una domanda più radicale: perché non si fanno più figli?
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