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Lo scontro sul suicidio assistito continua

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23.07.2025

È attesa per questi giorni la sentenza della Corte Costituzionale per il giudizio di legittimità dell’articolo 579 del codice penale, quello che punisce l’omicidio del consenziente, vietando di conseguenza l’eutanasia. Pronta, è agli ultimi controlli nei passaggi burocratici della Consulta. La questione è quella sollevata dal Tribunale di Firenze lo scorso aprile, e ha ad oggetto la costituzionalità del divieto di eutanasia nei casi in cui il malato si trovi nelle condizioni di chiedere il suicidio assistito (patologia irreversibile, sofferenza intollerabile, capacità di decisioni libere e consapevoli, trattamento di sostegno vitale), ma non possa accedervi per impossibilità fisica, indisponibilità dei mezzi o per avere scelto un’altra modalità che non è disponibile.

Difficile immaginare che la Consulta accolga la questione di legittimità e non solo perché per ora sembra che i giudici supremi abbiano lasciato alle spalle la fase in cui, con alcune sentenze di apertura sul suicidio assistito e addirittura gli appelli al legislatore perché normasse la materia, si erano di fatto sostituiti al Parlamento dando però una direzione ben precisa alla questione.

Suicidio assistito, oggi il testo in Parlamento

In attesa di vedere se (e come) la Corte Costituzionale rigetterà il tentativo del giudice di Firenze di introdurre l’eutanasia in Italia, il Parlamento discute la legge sul fine vita proposta dalla maggioranza. Si comincia dalle Commissioni riunite, dove approderà un ddl su cui pendono oltre 140 emendamenti, quasi tutti delle opposizioni, si concluderà – forse – dopo l’estate. Le prime bozze, già contestate da sinistra e Radicali, sono diventate un testo in cui Fratelli d’Italia ha inserito numerosi paletti per regolamentare l’accesso al suicidio assistito. Gli emendamenti proposti dal partito di Giorgia Meloni, infatti, chiedono che sia «vietato ogni atto di eutanasia» e che non vengano........

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