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La bolla dell’Ai sta per scoppiare? Calma

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Da due anni l’intelligenza artificiale è diventata la protagonista indiscussa dell’economia globale. Ha ridisegnato i mercati finanziari, riscritto le strategie delle grandi aziende, alimentato entusiasmi, paure, profezie e contro-profezie. E, come accade sempre quando una tecnologia promette di cambiare tutto, la domanda che improvvisamente tutti si pongono è se l’Ai sia davvero la prossima rivoluzione o, al contrario, la prossima grande bolla destinata a sgonfiarsi con la stessa rapidità con cui si è gonfiata.

Qualcosa non va nel magico mondo dell’Ai

Anche gli analisti più ottimisti non nascondono che qualcosa non va. Le valutazioni di mercato delle aziende che sviluppano programmi di intelligenza artificiale sono cresciute a velocità vertiginosa, spesso molto più del loro effettivo fatturato. Gli investimenti in infrastrutture — data center, chip, modelli sempre più grandi — hanno raggiunto cifre gigantesche, mentre i ritorni economici, pur in crescita, non sempre giustificano l’ondata di capitali che continua a riversarsi sul settore.

Perfino alcuni sviluppatori e dirigenti di aziende leader, come Sam Altman di OpenAi, la società che ha inventato ChatGPT, ammettono che lo scenario di una bolla non è più un tabù. Parlano, con sorprendente franchezza, di un mercato gonfiato dalle aspettative, in cui il valore promesso supera di gran lunga il valore effettivamente realizzato.

Non è come la bolla delle dot-com

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