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Serve il buono scuola nazionale

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07.08.2025

Caro direttore, 19 importanti associazioni familiari hanno sottoscritto, in questi giorni, un documento (riproposto qui sotto, ndr) con il quale chiedono che le famiglie vengano aiutate concretamente e anche economicamente a svolgere il proprio compito educativo. Vorrei spiegare perché si tratti di una bella novità quella che vede le famiglie finalmente risvegliarsi dal sonno e riprendere in mano con orgoglio la propria responsabilità educativa. Tale responsabilità ha il proprio fondamento nella natura delle cose, perché da sempre è stato riconosciuto alla famiglia il diritto/dovere di educare i propri figli. Tutte, dico tutte, le grandi e nobili dichiarazioni internazionali sui diritti dell’uomo riconoscono ai genitori tale compito in via esclusiva. Questo principio è sempre stato riconosciuto e sostenuto dalla dottrina sociale della Chiesa. Anche la nostra Costituzione, che notoriamente è “la più bella del mondo”, proclama solennemente, all’articolo 30, che «è dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio». Ed il successivo articolo 31, sull’onda di ciò che prevede l’articolo 3, per rendere concreto tale diritto, afferma che «la Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi, con particolare riferimento alle famiglie numerose». Stranamente l’articolo 30 è sempre stato ignorato nel dibattito culturale e politico relativo al tema dell’educazione e della scuola: in modo tristemente provinciale il dibattito sulla libertà di educazione della famiglia è sempre stato bloccato dal famigerato riferimento al «senza oneri per lo Stato» contenuto nell’articolo 33 della Costituzione, malamente e in mala fede interpretato, tra l’altro. Ma, vivaddio, cosa c’entra il “senza oneri per lo Stato” con i diritti della famiglia? Tale infelice e, ripeto, provinciale espressione riguarda le scuole, ma non le famiglie. In un’epoca in cui il tema dei “diritti” è diventato un’idolatrica ossessione fino ad affermare che esiste il diritto ad uccidere (aborto) ed il diritto a morire (suicidio assistito), perché l’unico diritto che non viene riconosciuto, malgrado l’esistenza dell’articolo 30, è quello dei genitori a istruire ed educare i propri figli? Il documento a cui mi riferisco pone finalmente tale problema e sottolinea come il diritto dei genitori ad educare sia un........

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