Quando i musei diocesani fanno bene alla Chiesa. Il caso di Bergamo
Quali sono gli scopi, le ragioni, i meriti di un museo diocesano? La raccolta di materiali eterogenei sparsi nelle diocesi; la difesa e la tutela di dipinti, arredi e suppellettili particolarmente esposti ai rischi della dispersione o della eliminazione; la cognizione del loro valore artistico, quando c’è, e comunque del valore storico, testimoniale, popolare, liturgico e devoto; il discernimento della qualità estetica, normalmente fraintesa perché soggetta a giudizi incolti e corti, tipo “l’è bel”, “l’è brüt”. Il senso di un museo diocesano possiede quindi un surplus formativo, salutare alla cultura cattolica e alla Chiesa che, nel campo delle arti, brancola.
Un spazio che stupisce
Il nuovo Museo diocesano di Bergamo, intitolato ad Adriano Bernareggi che fu vescovo dal 1936 al 1953, s’incastona in un punto nevralgico della Città Alta, nella piazza del Duomo, una delle più spettacolari d’Italia, fra la basilica di Santa Maria Maggiore e il battistero, e in un contesto dove sorgono la cappella Colleoni e il palazzo della Ragione, edifici di culto e civili che convivono in un’armonia auspicabile anche sul piano degli ideali. Occupa una parte dell’antico palazzo Vescovile e dell’antica cattedrale, sviluppandosi in spazi la cui sfaccettata distribuzione stupisce i visitatori, me compreso, per come sono ritagliati.
L’Assunzione di Maria di Lorenzo proveniente dalla parrocchia di........© Tempi
