Il Concilio Vaticano II spiegato ai miei figli
“Papà, ma non facciamo le Lodi oggi?”. La domanda è arrivata così, inaspettata, una domenica mattina come tante mentre avevo la testa ovunque tranne che dove doveva essere. Lì per lì ci rimasi male, con l’orgoglio ferito che prontamente era partito all’assalto sibilando: “Ecco, bravo, l’ennesima figuraccia con i figli, bell’esempio di padre!”. Poi però, tentando di dissimulare come meglio potevo l’imbarazzo (naturalmente con pessimi risultati a giudicare dalle occhiatacce di vostra madre) è subentrato un sentimento di profonda gratitudine.
Ciò che era successo era un segno, piccolo magari, che nonostante i nostri limiti come genitori (e miei in particolare come padre) tutto ciò che negli anni avevamo seminato cercando di trasmettervi la fede, per qualche via misteriosa stava dando frutto. Poi, per carità, può pure darsi che tra qualche anno ci farete un pernacchio e ci ritroveremo io e mamma a pregare da soli; ma sapete, a me del futuro interessa fino a un certo punto. Preferisco vivere l’oggi. Per cui intanto lasciatemi godere questi momenti, poi sarà quel che Dio vuole.
La cosa più importante però è un’altra. Ed è che quella domanda che mi avete fatto quel giorno è stata come il classico fiocco di neve che scendendo giù per la montagna diventa una valanga. Voglio dire che nei giorni seguenti ho avuto come un flash, un’intuizione o se preferite un’ispirazione, dalla quale dopo oltre tre anni di lavoro tra peripezie varie, ripensamenti e battute d’arresto, è scaturito questo libro. Insomma, a un certo punto ho sentito forte l’esigenza di raccontarvi, di spiegarvi. Perché dovete sapere che dietro quella domanda c’è un qualcosa di preciso, che ha un nome e un cognome anche se non si tratta di una persona, ma di un evento, un fatto accaduto nella Chiesa tanti anni fa, tra il 1962 e il 1965, quando né papà né mamma erano ancora nati. Sto parlando del Concilio Vaticano II.
Ora è assai probabile che a voi queste tre parole non diranno assolutamente nulla e anzi vi sembreranno ostrogoto. E vi capisco. Ma tranquilli, se può consolarvi siete in buona compagnia; c’è ancora oggi un bel po’ di gente – non solo quelli di fuori che sarebbe il meno, dico gente di Chiesa – che il Concilio neanche sa cosa sia. O, peggio, sono fermamente convinti di sapere per filo e per segno non solo cosa abbia detto, ma soprattutto cosa il Concilio abbia significato per la Chiesa, il più delle volte prendendo sonore cantonate.
Io questo libro l’ho scritto per voi. A me interessa che voi sappiate che, se i vostri genitori sono ciò che sono, se la nostra famiglia è ciò che è e vive nel modo in cui vive, questo lo dobbiamo principalmente al Concilio Vaticano II e al modo in cui lo Spirito Santo si è adoperato per farlo arrivare nelle parrocchie, cioè a noi.........
© Tempi
