L’Onu approva la rinascita di Gaza, ma il disarmo di Hamas è ancora un rebus
Il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha approvato ieri una risoluzione americana che autorizza la formazione di una forza multinazionale da schierare a Gaza. In particolare, l’Onu ha dato il via libera alla Forza internazionale di stabilizzazione prevista dal piano di Trump e agli altri punti dell’accordo di pace tra Hamas e Israele, compresa la nascita di un governo palestinese tecnocratico e apolitico supervisionato da un Consiglio per la pace presieduto da Donald Trump.
Diversi paesi arabi e a maggioranza islamica – Qatar, Egitto, Emirati, Arabia Saudita, Indonesia, Pakistan, Giordania e Turchia – hanno firmato un documento per appoggiare la risoluzione americana. Anche per questo paesi come Cina e Russia, poco convinti dal testo di Washington, l’hanno fatto passare attraverso l’astensione, aspettando di vedere se e come sarà effettivamente implementato.
Cosa serve per disarmare Hamas
L’esercito internazionale avrà un compito quasi impossibile. Al contrario delle missioni a guida Onu, quelle dei cosiddetti Caschi blu, non avrà “semplici” mansioni di peacekeeping: dovrà piuttosto mettere in sicurezza i confini, proteggere i civili, facilitare l’assistenza umanitaria, sostenere l’addestramento di una forza di polizia palestinese, disarmare Hamas e altri gruppi presenti nella Striscia e garantire che durante la ricostruzione di Gaza i terroristi non si riarmino.
Per fare tutto questo, come dichiarava a Tempi Jacob Stoil, direttore del dipartimento di Storia applicata presso il Modern War Institute, centro statunitense dedicato allo studio della guerra, l’esercito incaricato avrà bisogno di «migliaia di soldati, oltre a forza aerea, mezzi corazzati e intelligence».
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