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«Il popolo armeno dell’Artsakh è stato abbandonato»

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«Se gli armeni dell’Artsakh non potranno fare ritorno nella loro terra e se l’Azerbaigian non porrà fine alla sua politica di odio contro di noi, non ci sarà mai pace». Dichiara così a Tempi.it Artak Beglaryan, fondatore e presidente dell’Ong Artsakh Union. Il 20 settembre di due anni fa l’esercito azero, dopo aver affamato per quasi un anno i 120 mila armeni che vivevano nel Nagorno-Karabakh attraverso la chiusura del Corridoio di Lachin, conquistava con un’invasione armata la Repubblica dell’Artsakh, cacciando la sua popolazione e dissolvendo le istituzioni della repubblica armena non riconosciuta a livello internazionale.

Beglaryan, che dell’Artsakh è stato ministro di Stato per un anno dal 2021 al 2022, è tra i tanti armeni che non può fare ritorno nella propria terra a causa delle politiche dittatoriale del presidente azero Ilham Aliyev. «Soprattutto in un giorno come oggi provo dolore e un forte senso di ingiustizia», afferma. «Ma sono determinato a continuare a combattere per i diritti di tutti gli armeni».

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