«I martiri come padre Okechukwu salveranno la Nigeria»
«In Nigeria siamo tutti rimasti colpiti e inorriditi dall’assassinio di padre Sylvester Okechukwu. È chiaro che noi sacerdoti ormai siamo un obiettivo». Padre Emmanuel Faweh Kazah, vicario generale della diocesi di Kafanchan, nello stato settentrionale di Kaduna, uno dei più colpiti dalle violenze anticristiane, conosceva bene padre Okechukwu.
Rapito per la seconda volta
Come tanti altri nello stato di Kaduna, il sacerdote rapito il 4 marzo e ucciso brutalmente il 5 marzo, Mercoledì delle ceneri, aveva studiato nel seminario del Cristo Re e si era formato all’Istituto di St Albert Fayit, del quale padre Kazah è rettore. «Lo conoscevo bene», racconta a Tempi. «Era un ragazzo molto calmo, pacato, disciplinato. Era un grande lavoratore, onesto e sempre disponibile».
I rapimenti e omicidi di sacerdoti sono diventati così frequenti in Nigeria che lo stesso padre Okechukwu aveva già sperimentato il dramma del sequestro. «Era stato portato via da uomini armati il 20 dicembre 2022, quando era parroco della chiesa di Sant’Antonio a Lere. Era rimasto in cattività quattro giorni, poi era stato liberato».
Sylvester Okechukwu, parroco della chiesa di St. Mary Tachira, nell’area di Kaura, Stato di Kaduna, è stato rapito e ucciso il Mercoledì delle ceneriL’epicentro dei massacri di cristiani
In seguito al primo rapimento, padre Okechukwu era stato inviato in una parrocchia di nuova costruzione, quella di St Mary Tachira, nel governatorato di Kaura (Kaduna). «Qui era stato bene accolto, la gente lo amava. Non sappiamo perché lo abbiano preso e soprattutto non sappiamo perché lo abbiano ucciso», continua il rettore dell’Istituto St Albert Fayit.
Quella dei rapimenti è diventata un’industria redditizia nel paese più popoloso e ricco (di petrolio e di problemi) dell’Africa. La Nigeria non è solo l’epicentro mondiale dei massacri........
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