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Separazione delle carriere. «Sinistra e pm temono di perdere potere»

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17.01.2025

Sono 174 i sì, 92 i contrari e 5 gli astenuti. Questi i numeri della votazione di ieri alla Camera che hanno consentito il primo passo in avanti per l’approvazione della tanto discussa riforma costituzionale sulla separazione delle carriere. «Giornata storica, ma il percorso è ancora complesso», ha detto subito dopo il voto il ministro della Giustizia Carlo Nordio, auspicando che le quattro letture previste si compiano prima dell’estate, per puntare dritto al referendum.

Azione e Europa hanno votato con la maggioranza, Iv si è astenuta, contrari Pd, Avs e M5s che, con l’Anm, da mesi accusano l’esecutivo di aver promosso una riforma liberticida che porterà a un controllo diretto del governo sulla giustizia e sull’operato dei magistrati. Non la pensa così Tiziana Maiolo, giornalista, già parlamentare di Rifondazione Comunista e poi di Forza Italia e ex segretario della 2° Commissione Giustizia della Camera in governi precedenti.

Dopo trent’anni pare che si sia arrivati a un punto di svolta. Se lo aspettava?

Sinceramente, no. Anche se per vedere la riforma portata a compimento ci vorranno ancora almeno due anni e l’approvazione della popolazione al referendum. Di certo sia Silvio Berlusconi che, prima di lui, il ministro Giuliano Vassalli, autore dell’introduzione nel 1989 del sistema accusatorio nel nostro codice penale, sarebbero felici di questo risultato.

La scelta di Nordio come guardasigilli, operata a inizio legislatura da Giorgia Meloni, sta quindi ripagando.

Sì, la premier in questo ci ha visto lungo. Del resto, come il ministro ha ricordato alla Camera, quella della separazione delle carriere è una battaglia che lui stesso porta avanti dagli anni Novanta con pubblicazioni e incontri pubblici.


Da mesi l’Anm è sul piede di guerra, minacciando continui scioperi e ricorsi.

L’unica preoccupazione reale dei giudici è la possibilità di perdere una........

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