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Eugenio Corti, lo «scrittore del Regno». L’incontro in Ambrosiana

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02.02.2025

«Su Eugenio Corti c’è ancora molto da scoprire» spiega a Tempi Paola Scaglione, biografa e massima conoscitrice dello scrittore brianzolo. Proprio di questo tratterà l’incontro “L’archivio di Eugenio Corti. Dall’officina dello scrittore alla consultazione scientifica: lavori in corso” previsto presso la Biblioteca Ambrosiana di Milano lunedì 3 febbraio alle 16.00. Lo scrittore (Besana in Brianza 1921- Besana in Brianza 2014), celebre per il capolavoro a sfondo autobiografico Il cavallo rosso edito nel 1983 (siamo alla 35esima edizione), era grande amico di Tempi fin dalla sua fondazione, oltre che autore di alcuni articoli per il nostro giornale.

«La letteratura attaccata alla vita»

Nella sua lunga carriera l’autore ha raccolto e conservato una mole sterminata di lettere (più di 5.000), recensioni, quaderni di lavoro e diari personali. «Non era tipo da libri postumi o articoli sui giornali che raccontano di “quello che non era mai stato detto su di lui”», spiega Scaglione, ma di certo presentare lo stato dell’arte dell’archiviazione mostrerà ancor di più la sua idea di «letteratura attaccata alla vita», a cui la biografa lavora dal 1994.

«Corti voleva che questo materiale fosse utile soprattutto come testimonianza per i posteri tra 100-150 anni. Ai contemporanei credeva di avere già lasciato tutto ciò che era nelle sue facoltà, per questo decise che il luogo più indicato e sicuro fosse l’Archivio Ambrosiano». Dal 2016, quando vi furono trasferiti i suoi carteggi, è già stata catalogata e resa disponibile agli utenti la sua biblioteca privata, comprensiva dei suoi libri appuntati e del materiale utilizzato per numerose opere.

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