Antoni Gaudí è venerabile. «Sapeva che la Sagrada Familia era opera di Dio»
«Antoni Gaudí si sentiva semplicemente un “collaboratore del Creatore”, come fosse un bambino preso per mano dal Padre», spiega a Tempi Chiara Curti, docente della Facultad Antoni Gaudí a Barcellona e architetto collaboratore presso la basilica della Sagrada Familia, il capolavoro a cui il maestro catalano ha dedicato gran parte della sua esistenza.
Erano le 17.30 di lunedì 7 giugno 1926 quando l’architetto, in abiti dismessi, si recava alla chiesa di San Filippo Neri per la sua preghiera quotidiana. A un tratto, mentre attraversava la strada, un tram lo investì. I suoi primi soccorritori non lo riconobbero, così fu condotto all’Ospedale della Santa Creu, destinato ai poveri di Barcellona, dove in tre giorni morì. Poco meno di cento anni dopo, il 14 aprile 2025, Antoni Gaudí, già al tempo celebre in tutto il mondo per le sue opere, è stato proclamato “venerabile” da papa Francesco.
Una vista del soffitto della basilica della Sagrada Familia (foto Ansa)In un articolo sull’Osservatore romano di pochi giorni fa lei ha citato le parole con cui si chiude la prima biografia di Gaudí del 1929: «Visto al di fuori della fede, rimarrà sempre incomprensibile». Perché?
Questa virtù lo animava anche nei gesti più semplici della sua vita. Dal momento che l’opera di ciascuno in qualche modo è sempre il suo autoritratto, togliendo questo aspetto si perde completamente il significato di ciò che ha compiuto.
Però non è sempre stato così, anzi il suo cammino spirituale è stato un percorso in crescendo.
Esattamente. Gaudí non era di origine borghese, ma quando da giovane architetto si trovò ad avere a che fare con ricchi clienti dovette adeguarsi. Al tempo comunque l’ambiente gli piaceva, come testimoniano le fotografie d’epoca. Le cose cambiarono dal 1883, quando a 31 anni gli affidarono i lavori della Sagrada Famiglia. La grande responsabilità con cui prese in mano il cantiere accrebbe ogni giorno di più l'”altezza” della sua testa e del suo cuore. La svolta definitiva avvenne nel 1911, quando decise di non lavorare più a nessuna opera civile e di dedicarsi totalmente alla futura basilica. La sua opera e la sua fede diventarono una cosa sola.
Arrivò a questa presa di coscienza attraversando anche delle fasi molto dolorose, come la perdita della madre e del fratello nel 1876, e molti degli intellettuali del........© Tempi
